Nelle conoscenze comuni dei non addetti ai lavori, è ricorrente l’errore di confusione tra Comune e Catasto. In effetti, non è ben chiaro ai più quale differenza sussista, dal punto di vista giuridico, tra le sue entità.
Alla domanda: “Ma è regolare il suo immobile? Ha degli abusi?”, spesso la risposta è: “Il Catasto è a posto”, che è ovviamente una risposta parziale e sostanzialmente imprecisa.
In pochi punti, dunque, proviamo a spiegare la cosa.
- Partiamo da un assunto: Comune e Catasto sono due parrocchie diverse. La prima è un ente locale, dotato di una propria amministrazione sostanzialmente autonoma. La seconda appartiene allo Stato e dipende dall’Agenzia delle Entrate.
- Il Comune, nella sua autonomia, determina, il Catasto prende atto. Cioè, ogni atto, azione, progetto, modificazione si voglia effettuare sul proprio immobile, va prima richiesta ovvero comunicata, nei modi e termini di legge, al Comune. Il quale è l’unico ad avere titolo per concederla. E’ poi fatto obbligo di comunicare tale modificazione, una volta realizzata, al Catasto.
- Il Catasto riceve la denuncia di modificazione avvenuta (nuova costruzione o variazione dell’esistente) e la registra nel proprio database, per i propri scopi che sono principalmente fiscali.
E’ fatto obbligo di avere uniformità tra le planimetrie dell’immobile depositate in Comune e quelle depositate in Catasto. Quindi, aggiornare le seconde senza una verifica della conformità delle prime, è un errore.
Sul punto possiamo fermarci qui.